Solfiti nei Vini quello che c'è da Sapere.
Ho letto questo articolo che segue,sul Il Fatto Alimentare,dopo di che ho fatto delle valutazione in base alla mia esperienza e da quello che il nostro produttore di vini biologici mi ha spiegato.
Il nostro produttore di vini biologici discutendo sui solfiti mi faceva presente che in generale nei vini(specialmente in quelli bianchi) in commercio è consentito dalla legge l'aggiunta di 400 mg/litro,mentre in quelli biologici 150 mg/litro e che lui nei suoi vini ne usa 30 mg/litro.
Gli ho fatto una domanda che mi è sorta spontanea:
Come mai queste differenze visto che i solfiti fanno male e perché sono necessari?
La risposta del produttore:
I vini bianchi(in particolari) non sono vini robusti quindi hanno bisogno di solfiti
per non diventare aceto e conservarsi negli anni,mentre i vini rossi che sono più
corposi hanno meno bisogno e non ne hanno affatto bisogno se alti di gradazione
(robusti).
Dal ragionamento fatto è venuto fuori il fatto che il vino bianco,rosato e rossi che
lui produce essendo ottenute da uve aglianiche dalle quali si ottengono vini corposi
hanno poco o niente necessità di aggiunta di solfiti.
Veniamo all'articolo:
dei solfiti utilizzati come additivi nel processo di vinificazione per regolamentare
la fermentazione, e anche in altri prodotti.
Dopo una prima revisione condotta analizzando i più recenti studi scientifici,
l’Efsa ha confermato la sicurezza di questi additivi, ritenendo ancora valida
l’attuale dose giornaliera ammissibile (DGA) di 0,7 g/kg.
Questa soglia è da ritenersi temporanea: visto che l’autorità ha chiesto alla comunità scientifica nuovi dati sulla tossicità, per colmare alcune lacune.
Il gruppo di esperti dovrà di riesaminare i dati fra cinque anni
.
La carenza di dati aggiornati non riguarda solo i solfiti, ma anche molti altri
additivi alimentari che l’Efsa, su mandato dell’Unione Europea deve rivedere periodicamente.
Per ovviare alla situazione l’Efsa da tempo pubblica bandi di ricerca
chiedendo la collaborazione delle aziende che utilizzano additivi.
Il gruppo di esperti dovrà di riesaminare i dati fra cinque anni
.
La carenza di dati aggiornati non riguarda solo i solfiti, ma anche molti altri
additivi alimentari che l’Efsa, su mandato dell’Unione Europea deve rivedere periodicamente.
Per ovviare alla situazione l’Efsa da tempo pubblica bandi di ricerca
chiedendo la collaborazione delle aziende che utilizzano additivi.
L’Efsa invita le aziende ad indicare sull’etichetta l’esatto quantitativo di solfiti.
L’attuale normativa prevede la semplice dicitura “contiene solfiti” quando la presenza supera i 10 mg per chilo o litro.
Se però si riporta il quantitativo preciso, si viene incontro alle esigenze delle persone intolleranti che così potrebbero scegliere con più cognizione..
Fin qui l'articolo
Mie considerazioni forse stupide o banale:
Se si indica di preciso il quantitativo di solfiti aggiunti si riesce a capire se un vino è buono o meno e di conseguenza se ti fa bene o male visto tra l'altro i giovani ne fanno anche un po di abuso,
quindi meglio fargli bere un vino buono o un vino che gli crea
mal di testa e di stomaco dovuto ai solfiti aggiunti che mascherano
la scarsa qualità del vino.
Ma purtroppo si sa gli interessi commerciali vengono
sempre prima della Salute dei Cittadini.
Vuoi saperne di più:
www.salumionline.ecwid.com
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